I bambini che l’anno scorso aveva dovuto lasciare in quarta elementare andando in pensione con un anno d’anticipo a causa della malattia, seduti in cerchio, che per lui hanno fatto, scritto, disegnato di tutto. Per loro non era un ricordo: Donato era li. Poi ce n’erano tanti di altri ex alunni, cresciuti, così come tanti genitori e tante colleghe e certo non solo dell’ultima scuola, quella del quartiere di Borgo Santa Maria, a Pesaro, dove Donato ha insegnato. Diversi dirigenti scolastici, controparti che, più prima che ‘poi’, avevano imparato a rispettarlo come pochi e alla fine, cambiata scuola, lo chiamavano per farsi consigliare, sia in materia di organizzazione e didattica che disciplinare. La segretaria confederale della CGIL Marche, quella provinciale della FLC-CGIL. Erano tutti li, dopo la cremazione, al cimitero acattolico degli Ulivi di Fano. Poi compagni della Federazione dei Comunisti Anarchici e dell’Unicobas, ma anche della FAI, e libertari da ogni parte d’Italia, venuti dalla Lombardia come dalla Sicilia. Lacrime, abbracci, ma anche tanta determinazione. Dimenticarlo? Semplicemente impossibile.