Il Tesoro (messaggio 051 del 5 aprile scorso) ha dato disposizioni perché gli aumenti contrattuali per il 2011 siano pagati da maggio e che ad aprile ci sia un’emissione straordinaria a copertura degli arretrati.
Il recupero dell’anno congelato dal decreto legge n. 78/2010 sarà valido ai fini giuridici per tutti i lavoratori della scuola, mentre i benefici economici, nell’immediatezza della conquista dello scalone, interessano circa 180 mila insegnanti, che vedranno crescere la busta paga di circa cento euro al mese. Sui 1400 euro gli arretrati.
Ma da recuperare il 2012, l’ultimo anno del blocco.
Anche in questo caso andranno certificati i risparmi conseguiti dal sistema dopo i tagli della riforma Gelmini, si dovrà verificare se c’è capienza per dare gli aumenti oppure se si dovrà ricorrere, come avvenuto in questa circostanza, al fondo di funzionamento della scuola per coprire quanto mancava. In sostanza, i soldi o vengono dai tagli della Gelmini o bisogna trovarli con altri tagli (come successo quest’anno con la riduzione del fondo di istituto per pagare i gradoni ‘congelati’). SI TRATTA QUINDI SEMPRE DI UNA POLITICA DA ANTROPOFAGI. A docenti ed ATA erano dovuto sia gli scatti che il fondo (per finanziare le attività aggiuntive)? Pagano (e pagheranno) solo gli scatti, mettendo in una tasca ciò che è stato tolto dall’altra Grazie ad un accordo sottoscritto da CISL, UIL, SNALS e Gilda)!
Il decreto 78 consentirebbe di recuperare per via negoziale tutti gli anni di servizio del triennio congelato, ma neppure questo avverrà automaticamente. Sarà una trafila lunga.
Discorso diverso invece per il futuro.
Infatti, c’è già aria di nuovi blocchi: il decreto del Presidente della Repubblica con il quale si dispone la proroga per il 2013/2015 del blocco dei contratti pubblici, e con essi di tutte le progressioni individuali, comprende ANCHE gli scatti di anzianità nella scuola per il 2013.
Il decreto, inviato per i controlli di rito al Consiglio di stato prima della firma definitiva, prevede all’art. 1, comma 1 lettera b), «la proroga al 31 dicembre 2013, con effetto sull’anno 2014, dei blocchi introdotti dall’art. 9, comma 23, del dl 78/2010, riguardanti il personale docente, educativo ed Ata della scuola».
Il dpr si è reso necessario, si legge nella bozza di relazione tecnica, per conseguire i risparmi fissati dall’art. 16, comma 1, del dl 98/2011, convertito con modificazioni in legge 15 luglio 2011 n. 111.
Si tratta, ha precisato il Tesoro, di obiettivi di risparmio, valutati in 2,7 miliardi di euro, che sono stati già scontati ai fini dell’indebitamento netto.
Per cui, senza il decreto ci sarebbe un buco nel bilancio dello stato.
Insomma, se anche Monti non ponesse alla firma del capo dello stato Giorgio Napolitano il provvedimento – è il ragionamento del ministero del tesoro guidato da Vittorio Grilli – si tratterebbe solo di un rinvio, il nuovo governo non potrebbe fare a meno di adottarlo.