La posizione ufficiale del P.U.M.A. (Precari Unicobas Movimento Autogestito), e dell’Unicobas tutto, sul precariato scolastico.
Miriadi sono le richieste che si alzano a difesa ciascuno della propria situazione, senza rendersi conto che è il micro-corporativismo, figlio del “divide et impera”, a creare il maggiore danno all’istruzione e alla condizione stessa del precariato.
La manifestazione del 10 Settembre sotto Montecitorio, con i suoi piccoli litigi tra precari, e la raccolta di posizioni irricevibili da parte dei sindacati pronta-firma invitati a partecipare, ne è la più plateale dimostrazione.
Secondo il P.U.M.A. e l’Unicobas è fazioso pensare a chi debba o meno entrare nelle “GaE”, anche perché il problema nasce a monte, dall’ingiustizia stessa che la trasformazione delle vecchie “Graduatorie Permanenti” in “Graduatorie ad Esaurimento” (voluta da taluni “Comitati” di insegnanti precari e dalla casta dei partiti, ben contenti, perché già pensavano alla chiamata diretta) ha comportato, garantendo a qualcuno l’accesso sicuro al ruolo solo per diritto di precedenza temporale ed indipendentemente dalla continuità del servizio.
La nostra posizione è ben altra, e vuole riportare in auge quei principi di giustizia e obiettività che contraddistinguevano il reclutamento di una volta. Le graduatorie devono tornare permanenti, aperte e a scorrimento, essere caratterizzate da un’unica singola fascia dalla quale attingere (perché è assurdo che qualcuno ad oggi possa confidare nell’immissione in ruolo solo perché tempo fa ha avuto la possibilità di iscriversi, e magari poi si è dimenticato della scuola rifiutando incarichi e non facendo più un solo giorno di lezione). È allo stesso tempo ingiusto cancellare chi è arrivato dopo, solo per mere tempistiche, e impedirgli di sperare in un lavoro che ha comunque sudato e costruito nel tempo, invitandolo a cercarsi altro, come sostenuto dal nostro Presidente del Consiglio.
Una caratteristica importante di questa nostra idea di “Graduatoria Permanente” è la sua strutturazione provinciale, legata alla residenza del singolo docente. Perché pretendere che un docente sia costretto a spostarsi lontano da casa per poter lavorare, come vorrebbe la “buona scuola” di Renzi, è ridicolo oltre che gravemente lesivo della sua dignità.
Graduatorie Permanenti di soli abilitati, perché è impensabile che si possa insegnare senza abilitazione, il cui punteggio sia calcolato sulla base di titoli e servizio. È necessario il riconoscimento dell’intero punteggio, derivante dai titoli posseduti e dal servizio prestato, su tutte le classi di concorso per cui si è in possesso del titolo abilitante. Ciò risulta maggiormente necessario al fine di non compromettere i diritti faticosamente acquisiti nel corso di lunghi anni di studio e di servizio dai precari che, pur possedendo più abilitazioni, sono stati penalizzati dalla scelta della classe di concorso su cui inserire il pieno punteggio: la scelta infatti è stata effettuata al momento del primo inserimento nelle graduatorie e non è stato più possibile modificarla, a causa della natura ad esaurimento delle graduatorie, neppure dopo che la riforma delle Superiori della Gelmini è intervenuta a modificare i quadri orario riducendo le ore di alcuni insegnamenti più di altri. Ovviamente, va comunque garantita la costante possibilità di accedere all’abilitazione, non per concorsi ma per corsi qualificati.
Per concludere, il precariato potrà venire realmente assorbito ed eliminato solo con la creazione di un vero organico funzionale e con l’assunzione di un 10% in più di docenti rispetto alle cattedre esistenti così da garantire la copertura delle sostituzioni e un vero arricchimento dell’offerta formativa, non con le assunzioni millantate da Renzi che prevedono (forse) la mera copertura del turn-over.