n un pubblico incontro dei dirigenti di Roma, preside chiede al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio: ‘Quando mandiamo via i sindacati dalla scuola?’ Questa è la domanda rivolta ‘urbi et orbi’ dalla dirigente scolastica dell’IC S. Procula di Pomezia al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio nel corso di un incontro al quale erano presenti tutti i presidi della provincia di Roma. La singolarità di quanto avvenuto non sta solo in ciò che pubblicamente è stato dichiarato da una dirigente scolastica nel pieno di un incontro istituzionale, bensì anche nel silenzio assoluto sia da parte di Gildo De Angelis (Direttore Regionale) che di tutto il suo staff che ha presieduto l’evento tenutosi il 3 Febbraio presso l’aula magna dell’ITIS ‘Galilei’.
Si tratta forse di un generale ‘silenzio-assenso’ delle Istituzioni, nonché di tutti i presidi della provincia? Differentemente da quella della Prof.ssa Maria Soccorsa Parisi, la nostra non è una domanda retorica, perché riteniamo davvero preoccupante che nessuno, neppure di ‘striscio’, abbia richiamato quel rispetto che lo Statuto dei Lavoratori impone (‘sed Lex, dura Lex’) verso la libertà associativa e le organizzazioni sindacali, peraltro richiamato direttamente nella Carta Costituzionale e principio-cardine di qualsiasi stato di diritto. Un rispetto dovuto da qualsiasi datore di lavoro, a maggior ragione se è anche rappresentante legale di un istituto scolastico, preposto per definizione alla diffusione della responsabilità e dell’educazione civica e delle basi stesse della democrazia repubblicana.
Ci chiediamo: che rapporto può avere altrimenti col personale un qualsiasi dirigente, figura alla quale oggi Renzi, con un atto davvero del tutto azzardato, ha voluto consegnare poteri arbitrari in un settore così delicato come quello ove vige la riserva costituzionale del rispetto della libertà di insegnamento?
Ricordiamo che ‘il sindacato’ (ed in particolare l’Unicobas) sta facendo la sua parte, avanzando tutte le riserve del caso e mettendo in atto, non a parole, ma con i fatti, un’opera di denuncia delle follie della L. 107/2015, laddove sottopone i docenti ai criteri elaborati per la valutazione dell’insegnamento da un ‘comitato’ comprendente anche genitori e studenti, con tutto il conflitto di interessi del caso, e che affida ‘inaudita altera parte’ ogni decisione ultima sul ‘merito’ al solo dirigente scolastico, chiamato anche ad assumere discrezionalmente il personale, oltre che a distribuire a chi vuole ben 23.000 euro al lordo stato. Una legge che, fra gli altri, proprio nell’Istituto di Santa Procula è stata bocciata de facto non solo dagli insegnanti che, rappresentati da due Rsu su tre votate nella lista dell’Unicobas, hanno deciso in Collegio Docenti di non avvalersi della facoltà che la L. 107 (bontà sua) riconosce nell’elezione di due dei sette membri, ma anche dai genitori che, scoperto l’inganno demagogico che piega la scuola pubblica ad una gestione privatistica ad uso e consumo dell’obbligo schiavistico dell’alternanza scuola-lavoro, hanno sostenuto un’analoga mozione in sede di Consiglio di Istituto.
Sarà questo che assilla la dirigente dell’IC S. Procula? In quella scuola, per il ‘comitato’ è rimasta, sola soletta, la Prof.ssa Parisi, affatto soccorsa dal resto della comunità educante, in attesa dell’arrivo dell’altro membro di diritto imposto dal regime renziano, nominato dalla Direzione Regionale. Vista la mancanza di reazioni da parte dell’establishment in un’iniziativa pubblica ‘formativa’ così importante come quella nella quale si sono svolti questi eventi, ribadirà ennesime ‘posizioni singolari’ o, venendo magari informato delle leggi che, nonostante tutto, vigono ancora in questo Paese, ricorderà la nostra Costituzione ed il molto più elementare rispetto dei (e fra i) ruoli?
Stefano d’Errico (Segretario Nazionale dell’Unicobas)