Contro ogni forma di ingerenza ministeriale sulla metodologia didattica. A tutela della libertà di insegnamento e dell’assenza di obblighi formativi calati dall’alto per il personale docente.
Ci risiamo. Ancora una volta, la ministra Azzolina cerca di attentare alla libertà, costituzionalmente garantita, dell’insegnamento e, sprezzante delle norme contrattuali frutto di accordi con le rappresentanze sindacali, impone nuovi fantomatici obblighi mansionari e di formazione sui docenti.
Nel malcelato tentativo di distogliere l’attenzione dall’inadeguatezza degli interventi palliativi (consistenti in mere raccomandazioni sullo svolgimento di lezioni all’aperto “ove le condizioni climatiche lo consentano” o sull’uso di banchi con o senza rotelle), per nulla idonei a smorzare le forti preoccupazioni di docenti, Ata, studenti e genitori sul prossimo rientro in classe in condizioni di sicurezza, la Ministra ripropone a spada tratta il ricorso alla DaD anche in via ordinaria, con il conseguente “pseudo obbligo” in capo ai docenti di formazione con riferimento all’uso didattico degli strumenti tecnologici incautamente utilizzati come surrogato formativo durante il periodo di lock down, con esiti, peraltro, disastrosi quanto all’emarginazione ed all’esclusione, che ne è derivata, della quasi totalità dei discenti provenienti da contesti socio familiari disagiati.Non siamo più disposti ad accettare delle simili ingerenze ministeriali: come recita l’art. 33 della nostra Costituzione repubblicana, “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. E tale deve rimanere! Imporre una determinata metodologia didattica trascende il perimetro funzionale del Dicastero dell’Istruzione, ponendosi in aperta violazione del Testo Unico del ’94 che conferisce, per contro, in maniera esclusiva proprio al personale docente la valutazione riguardo all’opportunità di ricerca e realizzazione di innovazioni sul piano metodologico-didattico, avuto riguardo alla tipologia della materia, alla peculiare composizione della popolazione studentesca, nonché alle sopravvenute contingenze e all’adozione del progetto didattico – pedagogico liberamente ritenuto più congeniale.Inoltre, nessun obbligo di formazione che non sia contrattualmente definito può essere validamente posto in capo al personale docente nella cornice democratica che contraddistingue lo Stato italiano.
Il biasimevole percorso autocratico improvvidamente intrapreso dal responsabile del dicastero di viale Trastevere non va nella direzione della tutela del diritto costituzionalmente garantito all’istruzione, né di quello alla salute. Al contrario, consegna la scuola alle logiche del mercato ove operano imprese multinazionali interessate soltanto a speculare sugli elevati margini di guadagno dell’affaire, a sicuro detrimento della qualità della formazione.
Pertanto, diffidiamo la ministra Azzolina dal disporre obblighi di didattica a distanza, contestuale e parallela all’attività in presenza, essendo quest’ultima l’unico ed insostituibile strumento di trasmissione dei contenuti didattici delle competenze e, al contempo, di verifica dell’acquisizione degli stessi da parte dei discenti.
La invitiamo, altresì, a desistere dal porre obblighi formativi di ogni sorta in capo ai docenti che, in assenza di previsioni contrattuali, devono ritenersi esonerati dal relativo assolvimento.
Il diritto all’istruzione libera ed il sollevamento da obblighi formativi per i docenti rappresentano diritti inviolabili che difenderemo strenuamente, sempre e comunque, in ogni sede.
UNICOBAS Scuola & Università Sicilia
per la Segreteria Regionale, dott. Alessandro D’ALIO