APIDGE, l’ Associazione professionale degli insegnanti di diritto ed economia, denuncia il continuo tentativo del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di affidare a soggetti esterni alla scuola l’insegnamento di contenuti didattici propri delle Discipline giuridico ed economiche.
Questa nota APIDGE, già infruttuosamente indirizzata ai Vertici del MIUR, intende rivolgersi ai Responsabili dei Sindacati e delle Organizzazioni chiamate a difendere i diritti e gli interessi dei lavoratori della scuola per ottenere un forte e chiaro sostegno.
L’ultimo eclatante episodio è dato dal Protocollo di Intesa che il MIUR ha sottoscritto con il Consiglio Nazionale Forense il 3 ottobre 2016 ((http://www.consiglionazionaleforense.it/web/cnf/progetti.)
Tale accordo rinvia ad un progetto di Alternanza Scuola lavoro,
http://www.consiglionazionaleforense.it/documents/20182/22763/progetto+ASL+-+pdf+presentazione+ai+COA/fa6ac75c-ea06-426b-95c3-7c736aed82a2,
che a sua volta prevede, come da indicazioni della Direzione Scientifica facente capo al Prof. Ricca dell’Università di Parma, lo svolgimento di sei moduli didattici di 100 ore in ogni classe (25 incontri di 3 h ciascuno in classe e un modulo pratico conclusivo di altre 25 h).
In proposito, APIDGE fa presente che i contenuti richiamati nei moduli didattici di cui in progetto, in molte scuole sono già ampiamente trattati, nelle ore di lezione proprie dai docenti di diritto: si tratta di insegnanti abilitati e adeguatamente formati dalle Università per impartire agli alunni tali insegnamenti, mentre invece per le iniziative previste nel progetto Cnf si prevede una imprecisata formazione a cura dello stesso Cnf. Si creerebbe, pertanto, una sovrapposizione di ruoli e una confusione nella didattica, il tutto a scapito dell’apprendimento degli alunni e della stessa impostazione della didattica nelle scuole.
APIDGE da tempo denuncia il proliferare di analoghi episodi di “intrusione” di esperti esterni al mondo della didattica in nome di sempre più numerose e variegate esigenze espresse dal territorio, denominate “EDUCAZIONI” senza quasi mai avvalersi di personale docente interno alle scuole.
A tal proposito, appare opportuno richiamare ai Responsabili MIUR e alle Organizzazioni sindacali la normativa vigente che regolamenta l’impiego di esperti esterni nella scuola quanto disposto dall’art. 7, comma 6, del D.Lgs, 165/2001 (e succ. modifiche) che stabilisce che l’istituzione scolastica può stipulare contratti d’opera con esperti solo per particolari attività ed insegnamenti al fine di garantire l’arricchimento dell’offerta formativa quando non sia reperibile fra il personale interno la specifica competenza all’attuazione del piano dell’offerta formativa.
APIDGE ritiene assurdo che quasi 5.000 docenti di Diritto ed Economia non trovino posto di insegnamento nelle istituzioni scolastiche pubbliche anche per gli effetti nefasti delle riforme taglia-ore d’insegnamento e, nel frattempo, l’Amministrazione proceda sempre più spesso ad affidare gli stessi insegnamenti a soggetti esterni alla scuola, “sottoscrivendo” tutta una serie di accordi pubblici e privati.
“Il Ministro dell’Istruzione farebbe bene a prevedere più proficuo impiego dei docenti di diritto e di economia nelle scuole medie e superiori andando anche a verificarla disponibilità di “risorse umane” disponibili nel ‘potenziamento’ scolastico. Un maggior e proficuo impiego dei docenti di diritto e di economia nelle scuole medie e superiori, risorse umane peraltro in esubero proprio perché non impiegate in tutte le scuole, risponderebbe anche all’esigenza di razionalizzare al meglio la spesa pubblica e soprattutto a favorire l’interesse e il benessere collettivo grazie ad una formazione degli alunni in cittadinanza e legalità coerente con le finalità della Buona scuola.
Roma, 19 ottobre 2016
Il Presidente Nazionale APIDGE
Ezio Sina