LETTERA APERTA A TUTTI I DOCENTI E GLI ATA DELLA SCUOLA, DI RUOLO E PRECARI; A TUTTE LE RSU ELETTE (AL DI LA DELLE SIGLE); A TUTTI I SINDACATI SCUOLA: CGIL CISL, UIL, SNALS, GILDA, COBAS, CUB; A TUTTE LE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DI CATEGORIA, AI PROMOTORI DELLA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER UN’ALTRASCUOLA ED ALLE ASSOCIAZIONI CHE LA SOSTENGONO, AGLI AUTOCONVOCATI SCUOLA.
Il disegno di legge sulla Scuola di Renzi è impresentabile: illude, ma non rispetta, il diritto dei precari alla stabilizzazione, mentre distrugge lo stato giuridico e retributivo dei docenti e di tutto il personale dell’istruzione pubblica. Occorre uno stop immediato ed il massimo dell’unità nella categoria. L’Unicobas, l’ANIEF e l’USB propongono a tutti di proclamare e realizzare insieme un grande sciopero generale della scuola, con manifestazione nazionale per il 24 Aprile.
1. TITOLARITÀ TERRITORIALE. Quelle di quest’anno sono state le ultime domande di trasferimento libere. I NEO-ASSUNTI finiranno tutti in un ‘ruolo’ regionale, all’interno del quale potranno scegliere solo un ambito (ed un albo) territoriale (come gli insegnanti di religione, che operano nei limiti di una diocesi). Dovranno quindi fare la ‘questua’ dai dirigenti scolastici di quell’ambito per ottenere, previo colloquio, il posto in un istituto: quest’incarico avrà durata triennale che, se non riconfermato, obbligherà al ritorno nel ‘limbo’ territoriale. Chi non verrà ‘scelto’ rimarrà a disposizione sul’intero territorio a fare solo supplenze e sostituzioni. CHI È GIÀ DI RUOLO, pur conservando il posto attuale, verrà inserito comunque nell’albo territoriale, ma se dovrà chiedere trasferimento o risulterà perdente posto, sarà obbligato a fare la stessa trafila dei neo-assunti. Ogni dirigente avrà mano totalmente libera nello scegliere fra docenti ed ata le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede. Tutti i docenti, per trasferimento o perdita di posto, perderanno quindi gradualmente la titolarità sul proprio istituto: in sostanza, con l’ ‘organico funzionale’ ognuno diventerà titolare “in una rete di scuole” dalla quale i dirigenti pescheranno il loro ‘team’. Non esisteranno più vincoli di graduatoria, né diritti acquisiti (CHIAMATA DIRETTA). I docenti diventeranno gli UNICI nel settore pubblico a non avere più diritto alla titolarità sul posto di lavoro. Perciò la MOBILITÀ dei docenti verrà DECONTRATTUALIZZATA.
2. ELIMINAZIONE DELLE GARANZIE CONTRATTUALI. Più avanti, i giorni di chiusura delle scuole agli alunni e di sospensione didattica entreranno nelle “banche ore”: ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più (prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente oppure, se serve, anche durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche (La buona scuola, pp. 51 ss.). Si potrà essere spostati su materie diverse (purché “affini”!) (La buona scuola, pp. 27 ss.). Un gruppo di “esperti” del Governo definirà (in tre mesi – sic!) le “competenze dei docenti” (La buona scuola, pp. 45 ss.), rivedendone completamente lo stato giuridico (trasformando la docenza da lavoro non subordinato a prestazione subordinata). ENTRO 6 MESI dall’entrata in vigore della legge il governo imporrà in sede negoziale (di fatto decontrattualizzandoli) il “riordino della disciplina della mobilità del personale DOCENTE secondo i vincoli dell’art. 8” (vd. TITOLARITÀ TERRITORIALE), nonché la “abrogazione esplicita di ogni disposizione contrattuale precedente” (art. 22, comma 2, punti b e d). TUTTO, dagli obblighi di servizio (che al momento esentano i docenti dalla presenza estiva se non per riunioni statuite dal Collegio Docenti), all’orario settimanale, alla durata delle ferie, al Testo Unico sullo stato giuridico e disciplinare, DOVRÀ imperativamente essere RADICALMENTE RIVISTO e riscritto.
3. VALUTAZIONE. Il dirigente avrà fidati esecutori e controllori, chiamati ‘mentor’ (2 per scuola), scelti solo fra chi sarà risultato ‘meritevole’ per 3 volte consecutive (ottenendo la ‘elargizione’ del bonus per ben 9 anni). I ‘mentor’, in ‘pista’ solo fra una decina d’anni (e solo per il tempo che resteranno tali), saranno al massimo il 10% della categoria, matureranno una “indennità di posizione” e saranno gli unici ad incrementare minimamente lo stipendio base (La buona scuola, pp. 57 ss.). Gli insegnanti passeranno la vita a raccogliere ‘crediti’ ‘formativi e professionali’, che confluiranno nel PORTFOLIO del docente, “vagliato” discrezionalmente dal DS, ‘sentiti’ il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto (componente dei genitori compresa), su “istruttoria del docente tutor”. Il ‘nucleo’ interno di ogni scuola potrà operare in modo diverso da quello delle altre (La buona scuola, pp. 51 ss.). Ogni insegnante sarà schedato nel “Registro Nazionale dei docenti della scuola” (albo), con le informazioni del fascicolo personale accessibili a tutti, perché visibili on line. Il Dirigente potrà anche licenziare: “in caso di valutazione negativa, il DS provvede alla dispensa, senza obbligo di preavviso”. Per premiare i “meritevoli”, vengono stanziati 200 milioni: il primo scatto di ‘merito’ si avrà solo nel 2018 (La buona scuola, pp. 55 ss.). Il budget di scuola (in media 25-30 mila euro) sarà gestito direttamente dal Dirigente (“sentito il Consiglio di Istituto”, dice il ddl) e non sarà più materia di contrattazione con le RSU. Infine, il direttore dei servizi generali e amministrativi sarà, per docenti ed ata, “braccio esecutivo” e “sentinella” del Dirigente (La buona scuola, p. 69).
4. SCATTI D’ANZIANITÀ. Restano, ma come? I fondi per gli scatti restano a carico di quelli stanziati per i progetti e gli straordinari: ovvero dal fondo di Istituto, riducendo le altre forme di retribuzione.
5. ASSUNZIONI. Renzi ha promesso 150.000 assunzioni solo perché obbligato dalla Corte di Giustizia Europea (pena 4 miliardi di multa). Inizialmente diceva di assumere i precari delle GAE (anche quelli che rifiutano incarichi da anni), ma non ne assumerà neppure la metà: vengono escluse le insegnanti di scuola dell’Infanzia e, previa ‘cernita’, anche molti altri a seconda delle classi di concorso. Per chi non è nelle GAE, e neppure fra i vincitori dell’ultimo concorso (ma magari ha più anni di servizio), una sola ipotesi: cambiare lavoro a Giugno 2018, perché si fa divieto di stipulare contratti per più di tre anni. Ora, la ‘montagna’ partorirà il topolino di 40.000 ASSUNZIONI (fra ATA e docenti), ovvero poco più della copertura del turn-over (35.000 pensionandi), oltre le 8.000 cattedre di sostegno scoperte. Dovrebbero disapplicare le norme sulla costituzione degli organici, ma per Settembre non sono in linea con i tempi di approvazione. Questo significa che NON CI SONO LE CONDIZIONI PER REALIZZARE per ELIMINARE LA CLASSI-POLLAIO, cosa che richiederebbero più assunzioni delle cattedre ‘fisse’ da coprire e la revisione dei PARAMETRI PER LA FORMAZIONE DELLE CLASSI. La sentenza europea del 26.11.2014 chiarisce che Renzi s’è fatto uno ‘sconto’: hanno diritto all’assunzione anche i precari ATA e tutti i docenti rientranti nella tipologia, anche se non sono nelle GAE. I 36 mesi incardinerebbero il diritto all’assunzione per 250.000 insegnanti (più 30.0000 precari ATA, nonostante i 2.000 posti tagliati dalla legge di stabilità). Ma costoro dovranno aspettare l’approvazione del ddl scuola, probabilmente fino alle elezioni politiche: Renzi spera che i posti promessi si trasformino in voti… Nel frattempo, il Governo farà “sparire” i posti vacanti (per ‘regolarizzarsi’ con l’Unione Europea), obbligando i neo-assunti ad un orario maggiorato e ‘flessibile’ , obbligando il personale di ruolo a sostituire gli assenti a costo zero (sulle supplenze brevi, vd. legge di stabilità ). L’organico ‘funzionale’ non sarà aggiuntivo: perciò nessun ‘arricchimento dell’offerta formativa’.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas)