AVVISO DI GARANZIA PER IL SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA CIB UNICOBAS DI LIVORNO, CLAUDIO GALATOLO, PER AVER AFFERMATO CHE UN CONTRATTO-CAPESTRO CHE IMPONE LA REPERIBILITÀ E LICENZIA DOPO 3 RIFIUTI “…SE NON È SCHIAVITÙ, POCO CI MANCA”
Il Segretario provinciale della CIB-Unicobas Claudio Galatolo è indagato per diffamazione a mezzo stampa perché difendeva i lavoratori delle cooperative sociali.
Infatti le cooperative sociali per l’assistenza agli anziani ‘Agape’, ‘Di Vittorio’ (sic!) e ‘Cuore’ hanno ritenuto diffamatorio il contenuto dell’articolo “Ispettori del lavoro a Pascoli e Villa Serena” apparso in cronaca di Livorno il 17/3/2015 su ‘Il Tirreno’ ed hanno presentato denuncia-querela nei confronti di Galatolo, ognuna per conto, pur facendo parte di un’unica ATI (Associazione Temporanea di Imprese). Quindi tre azioni legali a raffica prima dell’estate. E ad ottobre è pervenuto l’avviso di garanzia per la denuncia della Cooperativa Agape, in quanto indagato, a conclusione delle indagini preliminari, per il “delitto p. e p. dall’art. 595 co. 1 e 3 c. p.”.
La cosa ha origine dalla denuncia operata dall’Unicobas, entrato con molti iscritti nel ‘paradiso delle coop’, dove ha trovato un accordo-capestro, sottoscritto il 21.1.2015 tra Rsa dei sindacati ‘maggiormente rappresentativi’ e alcune cooperative che sembra pervenuto da un arcipelago Gulag. Il loro contratto regolare è stato trasformato in un part-time ridotto a 34 h. (invece che 38 come prevede il CCNL), ma senza retribuzione fissa, bensì oraria (8 euro). In più è prevista la reperibilità 24 h. su 24 NON REMUNERATA, ed anche, testualmente che: “in caso di 3 rifiuti, al rientro al lavoro…verrà valutata dalle parti l’esigenza di ridurre il contratto di lavoro individuale”, cosa commentata da Galatolo con la frase (altrettanto testuale): “Se questa non è riduzione in schiavitù, poco ci manca”.
In realtà, in quel che resta della Livorno ‘piddina’ (dopo la pesante sconfitta delle ultime elezioni comunali), a soffiare sulla magistratura sono Cgil, Cisl e Uil, che hanno sottoscritto quell’accordo. Ma costoro, oltre ad aver perso ‘il lume’ nella difesa dei lavoratori, hanno dimenticato anche il senso del ridicolo. Infatti, nel 2014 la Segretaria Cgil per il settore Coop. Sociali, – visti i fatti successivi, probabilmente solo per ‘farsi bella’ – è stata ritratta in una foto (che la difesa ha allegato agli atti) mentre capeggiava una manifestazione reggendo uno striscione che titolava (a caratteri cubitali): “SCHIAVE LAVORATRICI DELLE COOPERATIVE SOCIALI”! Peccato che il suo sindacato, con la firma su quell’accordo e con questa campagna anti-Unicobas oggi abbia cambiato idea. Anche questo capita nell’Italia renziana…
Stefano d’Errico (Segretario Generale della CIB Unicobas)