CGIL, CISL, UIL e SNALS proclamano per la scuola uno ‘SCIOPERO SEPARATO’ per il 23 Maggio. Unicobas conferma sciopero 12 Maggio
CGIL, CISL, UIL e SNALS confermano la ‘regola’: i loro scioperi sono sempre decisi obtorto collo ma, siccome devono ‘distinguersi’, non sono mai unitari. Vengono proclamati sempre dopo quelli del sindacalismo di base, come lo scorso anno, quando, senza lo sciopero del 24 Aprile dell’Unicobas non avrebbero messo in piazza neppure la scadenza plebiscitaria del 5 Maggio (confluendo su una data già decisa dai Cobas), neppure a fronte di una controriforma epocale come la cd. ‘Buona sQuola’ di Renzi e neppure con una categoria che non aspettava altro che le si desse il ‘via’ (e che poi aderì all’80 %).
Perseguono tutto tranne l’unità della categoria: avrebbero infatti potuto (doverosamente) potenziare la data comune del 12 Maggio, come Cobas, Unicobas e Gilda auspicavano e chiedevano da un mese. Ma non possono proprio per l’ambiguità di fondo che li contraddistingue. Infatti, mentre a parole sbraitano contro il Governo vogliono mantenere il ‘punto’ sull’accordo sottoscritto con il Ministro Giannini sulla mobilità, dove invece accettano senza colpo ferire l’attuazione delle architravi della L. 107/2015: sparizione per tutti della titolarità di istituto a partire dal prossimo anno ed immediata disparità di trattamento per e fra i neo-assunti, ambiti territoriali grandi quasi come province senza più nessuna stabilità lavorativa né continuità didattica, chiamata diretta dei docenti, demansionamento nell’organico funzionale, scuole eterodirette da presidi padroni, forche caudine del concorso per decine di migliaia di abilitati con anni ed anni di servizio, espulsione persino dalle supplenze per i precari storici, ai quali viene negato ogni contratto dopo il raggiungimento di 36 mesi di servizio. Queste cose fanno il paio con l’accettazione dei comitati di valutazione per il ‘bonus’ premiale, nei quali Confederali e SNALS hanno fatto accomodare persino le proprie RSU, raccontando loro la favola della ‘contrattabilità’ (presto smentita dal Ministero) di una misura ‘premiale’ ultradiscrezionale affidata invece dalla legge all’esclusivo arbitrio del dirigente, ancora una volta dividendo il fronte di lotta, quando insieme avremmo potuto bloccare i comitati di tutta la penisola e non solo nel 50% degli istituti, dove la nostra campagna contro la nomina dei ‘comitati’ ha trainato una protesta davvero contundente basata sul dato giuridico della inoperatività dei comitati sulla statuizione dei criteri di ‘valutazione’ (e quindi di tutta la manovra ‘premiale’) se non sono ‘collegio perfetto’. La stessa ambiguità l’hanno dimostrata pochi giorni fa a proposito dell’alternanza scuola-lavoro, votando tutti insieme (CISL e CGIL) il documento del Ministro nella riunione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Una delibera che grida vendetta per la base della FLC-CGIL, ignara ed impegnata nella campagna referendaria per l’abrogazione della L. 107/2015, proprio a partire dal quesito sulla vergogna delle 400 ore obbligatorie per gli studenti, vetro e propria capitolazione della scuola di fronte all’impresa, alla quale si consegna manodopera ‘fresca’ e senza diritti, persino ad Agosto, che verrà monoprofessionalizzata (assunta e poi scaricata) a detrimento dei saperi critici e dell’impianto formativo generale.
L’Unicobas è coerente e non fa ‘inciuci’ o opere divisive: confermiamo più che mai lo sciopero generale della scuola per il 12 Maggio, proclamato anche da Cobas e Gilda, con manifestazione che partirà da sotto il Ministero dalle h. 9.30. Confermiamo il NO ai quiz Invalsi, anche nei giorni 4 e 5 Maggio con lo sciopero di mansione per la non somministrazione e non correzione dei test per la Scuola Primaria.
Stefano d’Errico (Segretario Nazionale Unicobas)