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CONSIGLI di ISTITUTO:APPELLO X LISTE STOP LEGGE 107

Dionen

Nov 5, 2015

UNICOBAS: 3 – 9 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE LISTE PER RINNOVARE I CONSIGLI DI ISTITUTO
STOP LEGGE 107/2015: COMUNITÀ EDUCANTE E COOPERAZIONE EDUCATIVA CONTRO LA SCUOLA DI RENZI, ‘PRESIDE SCERIFFO’ D’ITALIA

L’Unicobas lancia un appello a tutti gli insegnanti, gli Ata, i coordinamenti delle scuole, della società civile, degli studenti e dei genitori, a tutte le forze davvero impegnate contro l’applicazione della L. 107, per una grande campagna volta alla presentazione di liste con questo motto in tutte le scuole, sia per la componente docente che per quelle degli studenti e dei genitori, dal 3 al 9 Novembre, per le elezioni per il rinnovo dei Consigli di Istituto che si terranno in tutte le scuole italiane.

Presentare una lista è molto semplice: basta raccogliere poche firme per ognuna delle diverse componenti e le regole DEVONO ESSERE AFFISSE SCUOLA PER SCUOLA. Grande invece sarà l’impatto della presenza di liste così contraddistinte per la ripresa della battaglia contro l’applicazione della cosiddetta ‘riforma Renzi’, che sfocerà nello sciopero del 13 Novembre prossimo. L’Unicobas ricorda che, così come è stata giudicata ‘inemendabile’ dalla scuola unanime durante la grande battaglia contro la sua approvazione, la riforma resta assolutamente inaccettabile oggi: perciò le scuole sono chiamate a fermarne l’applicazione direttamente sul loro ‘terreno’. Dobbiamo salvare la scuola di tutti, la scuola pubblica, data da Renzi nelle mani di un dirigente che vuole trasformare in padrone , direttamente ‘commissariato’ da un ‘burocrate aggiunto’ nominato direttamente dalla casta politica per il tramite delle Direzioni Scolastiche Regionali controllate dal ministro Giannini.
Vogliono dare la scuola nelle mani della lobby affaristica ‘troika-dipendente’, determinata a distruggere beni comuni e saperi critici. Tramite l’indirizzo d’autorità del piano dell’offerta formativa, la scelta del personale con la chiamata diretta, la valutazione discrezionale e d’autorità e la scomparsa delle titolarità di istituto, avrebbero termine la libertà d’insegnamento e la libertà d’apprendimento. Le scuole statali che non reagissero verrebbero assoggettate direttamente al Governo ed alla sua ‘dottrina’ della ragion di stato. Vedremmo realizzare tante scuole minimaliste e di tendenza del tutto simili alle scuole private. Questa è una inaccettabile, pesantissima operazione autoritaria senza ritorno, volta a stracciare il pluralismo, la multiculturalita e la laicità: tutto ciò che la Costituzione indica come stella polare della scuola. Vogliono piegare la scuola nei programmi e nella gestione al silenzio sulla politica, all’obbedienza verso i poteri forti, all’integralismo del creazionismo contro la teoria del ‘big bang’, al populismo, alla guerra per bande, al divide et impera, al conflitto d’interessi ed agli interessi di parte.
Se abbiamo perso la prima battaglia, pur avendo dimostrato l’assoluta contrarietà a questa operazione di docenti ed ata con i numeri di uno sciopero plebiscitario, ora possiamo vincere la seconda battaglia di questa guerra senza quartiere che altri, non noi, hanno scatenato contro la scuola pubblica. Possiamo dimostrare ancora una volta, ma con numeri ancora più ampi, che la scuola in tutte le sue componenti, non più solo tramite docenti ed ata (che è fondamentale si ripronuncino), ma anche tramite il voto di studenti e genitori (e peraltro gli insegnanti sono anche genitori), respinge senza appello la controriforma con una grande ed eccezionale operazione di democrazia diretta e dal basso che coinvolga tutti gli istituti.
L’elezione dei Consigli di Istituto ha peraltro assolutamente a che fare con una delle ‘architravi’ della ‘riforma’. Infatti la nuova legge interroga i nuovi Consigli sull’elezione di tre membri – un docente e due genitori nella scuole di base, sino alle Medie, ed un docente un genitore ed uno studente nelle Secondarie di Secondo Grado – nel comitato di valutazione dei docenti. Ma in realtà chiede ai membri del comitato solo la scelta dei ‘criteri’ per la valutazione, riservando al solo dirigente la scelta operativa dei ‘meritevoli’. Criteri che la legge stessa già indica e restringe in modo tanto general-generico ed ‘ecumenico’ da risultare assolutamente e totalmente propedeutici alla totale discrezionalità.
L’Unicobas ribadisce la propria battaglia contro l’elezione dei comitati di valutazione (da nominarsi solo a Giugno per la valutazione del servizio dei neo-assunti), sia per i membri dei Collegi dei Docenti (2), che per quelli dei Consigli di Istituto (3), suggerendo ad entrambi gli organismi di usare la propria autonomia deliberando di non volerli nominare proprio come forma di contrarietà all’intero dispositivo della L. 107. Lo slogan è: ‘Lasciamo soli il dirigente ed il burocrate aggiunto della Giannini !’
L’Unicobas stigmatizza il tradimento di quei sindacati che, dopo aver promesso a Luglio ‘fuoco e fiamme’ contro l’applicazione della legge, sino ad oggi non hanno proclamato neppure un’ora di sciopero per la scuola mentre, oltretutto, invitano addirittura le proprie Rsu ad ‘accomodarsi’ nei comitati di valutazione. Quando invece basta che anche una sola delle componenti rifiuti di eleggere i suoi membri per bloccare l’istituto centrale della controriforma, il quale va inteso necessariamente come ‘collegio perfetto’ e quindi non potrebbe operare in assenza di quella piena rappresentanza richiesta dalla legge stessa.
Può essere considerato altrimenti un organismo per legge rappresentativo di DIVERSI organismi AVENTI PERSONALITÀ giuridica? Tipica del collegio perfetto è proprio la composizione composita, non ‘surrogabile’ da rappresentanze e/o nomine non attribuibili proprio a QUELLA rappresentanza composita. Tutti sanno peraltro che il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto conservano personalità giuridica anche dopo la L. 107. Peraltro risulta indubbio come la scelta dei membri del comitato, operata dalla L. 107 nel comprendere il Collegio Docenti fra gli organi che soprassiedono alla scelta, non sia ‘causale’, ma destinata a realizzare ‘eterogeneità di provenienza, esperienza, possesso di titoli accademici’, o che sia ‘chiamato a compiere valutazioni tecnico-discrezionali’, come indica, ad esempio, una nota sentenza del TAR Sardegna. Ove si afferma anche: ‘La caratteristica del c.d. “collegio perfetto” riposa nella circostanza che esso deve operare con il plenum dei suoi componenti nelle fasi in cui l’organo è chiamato a compiere valutazioni tecnico-discrezionali o ad esercitare prerogative decisorie, rispetto alle quali si configura l’esigenza che tutti i suoi componenti offrano il loro contributo ai fini di una corretta formazione della volontà collegiale’.
È caratteristica della giurisprudenza in materia quella di considerare perfetti i collegi ‘valutativi’ o ‘giudicanti’. Inoltre, a ben vedere, è proprio il comitato di valutazione del servizio dei neo-assunti ad essere ‘integrato’ dalla L. 107 perché diventi ANCHE comitato di valutazione tout court (mansione che peraltro già aveva, e conserva ancora, per la riabilitazione). Non basta certo la mancata previsione di membri supplenti, per definire lo stato giuridico del comitato di valutazione. Questa non è considerata ‘conditio sine qua non’, ma solo ‘indicativa’ per definire i ‘collegi perfetti’. L’attuale mancanza di cenno alla presenza di membri supplenti (L. 107) è certamente suscettibile di poter venire valutata come contraddittoria e lacunosa laddove la L. 107 demanda al nuovo comitato (‘integrato’) le stesse funzioni del vecchio relativamente ai neo-assunti o in caso di contenzioso per la ‘riabilitazione’, perché ne ribadisce le medesime competenze eliminando le vecchie garanzie relative ai membri supplenti (tipiche di un collegio perfetto, ché altro non potrebbe essere). Basta pensare ad una valutazione del servizio dei neo-assunti senza i membri nominati dal Collegio (anche solo se non sostituiti quando impediti) o senza il tutor. Anche tutto ciò, per antonomasia, apre la strada ad una valutazione negativa della legge e ad un possibile fumus di incostituzionalità sul resto delle operazioni ‘valutative’ laddove i criteri venissero decisi in assenza della nomina dei membri di competenza del Collegio e/o del Consiglio di Istituto. A questa conclusione è giunta di recente anche la FLC-CGIL, alla quale chiediamo di essere coerente, affiancandoci in questa battaglia (che abbiamo sinora affrontato da soli) per la non elezione dei membri di competenza dei Collegi Docenti e dei Consigli di Istituto nei comitati di valutazione.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell’UNIcobas)