È molto bene che si cominci ad intervenire drasticamente sull’impianto della L. 107/15 per via legislativa. In questa direzione vanno alcuni Ddl della maggioranza che finalmente eliminano la chiamata diretta, ma non possono mancare interventi su tutto ciò che è collaterale alla chiamata diretta. La cosa sinora è stata solo sfiorata da un accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil in modo peraltro inefficace sotto il profilo giuridico, perché, come tutti sanno, una legge non può venire modificata per contratto.
Ennesimo intrallazzo ‘sindacalese’ senza una chiara e definitiva soluzione del problema della titolarità ‘ballerina’ su sede a causa dell’ambiguità dell’organico ‘potenziato’ e dell’altrettanto ambiguo rapporto di questo con l’organico generale degli istituti (cd. dell’ “autonomia”), con decine di dirigenti scolastici che, in combutta con i sindacati ‘pronta-firma’, continuano a sottrarre ore alle cattedre piene dei docenti assunti ante 107, demansionandoli a fare supplenze nonostante neppure la L.107 glielo consenta. Dirigenti scolastici che, grazie alla permanenza del DLvo 29/93, conservano la qualifica di ‘datore di lavoro’. Meccanismo dei trasferimenti risolto solo in parte, dunque, tutto il resto dell’impalcatura renziana sinora è rimasta pressoché intonsa. Occorre inserire nel comma 73 della L. 107/15 un riferimento preciso ed inequivocabile: “Il personale docente già titolare su cattedra all’entrata in vigore della presente legge non può essere assegnato, salvo esplicita richiesta, ai posti di potenziamento”. Poi c’è il problema degli ambiti, che vanno semplicemente espunti, come gli incarichi triennali, risistemando in coda alle graduatorie di istituto ma con piena titolarità gli insegnanti del ‘potenziato’ e tutti i futuri neo-assunti, imponendone un uso qualificato e non per mere supplenze, ponendo finalmente fine all’odissea dei tanti insegnanti vergognosamente utilizzati dal 2015 addirittura su un ordine e grado di scuola che non gli appartiene o su cattedre per le quali non sono abilitati (con grave nocumento anche per la didattica). Quindi il problema delle famose ‘reti’ di scuole, che devono diventare facoltative e non devono imporre un uso improprio del personale, altrimenti avremo una strage di amministrativi, nonché l’utilizzazione degli insegnanti su qualsiasi sede della ‘rete’ indipendentemente dalla titolarità di istituto. Occorrono infine interventi drastici anche sull’alternanza scuola-lavoro, dando facoltà agli studenti di scegliere e decidere se e dove farla o meno, riducendo comunque il numero di ore richieste, nonché sulle materie relative ai decreti attuativi della L.107/15 (sostegno, scuola dell’Infanzia, professionali e formazione professionale, formazione e reclutamento, cultura umanistica, valutazione, diritto allo studio e scuole ospedaliere, scuole all’estero) tutti completamente sbagliati.
Stefano d’Errico (Segretario Nazionale dell’Unicobas Scuola & Università)