Cib Unicobas

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REGINALDO PALERMO, VICEDIRETTORE DE ‘LA TECNICA’, INTERVISTA STEFANO D’ERRICO, SEGRETARIO NAZIONALE UNICOBAS

1. Il vostro sindacato ha già diffuso il testo di una bozza di delibera che i collegi dei docenti potrebbero approvare a settembre nel tentativo di mettere qualche zeppa nell’ingranaggio della “Buona scuola”. Pensate di ottenere una buona adesione?

L’obbedienza non è più una virtù! Il Governo ha fatto i conti senza l’oste. Nelle scuole non c’è la Giannini (e persino nell’istituto della moglie di Renzi l’Unicobas è il primo sindacato nelle elezioni RSU). L’istruzione pubblica italiana, la peggio retribuita e finanziata dell’Unione Europea, si regge sul volontarismo e la buona fede dei Docenti e degli Ata (da qualche settimana incastrati anche dalla Legge Madia sulla pubblica amministrazione che per valutazione e conservazione del posto di lavoro li pone in balia del dirigente e del direttore dei servizi senza neppure i due colleghi eletti previsti invece per i docenti).


Da Settembre nessuna collaborazione. I presidi seri ne sono consapevoli: la nuova figura sovrapposta loro d’autorità somiglia a quella di un prefetto governativo. Nessun insegnante degno di questo nome potrà più prestarsi ad ‘autoprecettarsi’ facendone le veci, né potrà, in generale, collaborare come prima. Lo spettro di opzioni è molto vasto: No ‘vice’, vice del vice, etc.; Dimissioni di collaboratori e coordinatori; No funzioni strumentali; No progetti e attività aggiuntive; No straordinari, sia per i Docenti che per gli Ata; No sostituzione colleghi assenti; No all’accettazione passiva (e senza ordine di servizio …che sarebbe illegittimo) della divisione delle classi; No gite; No testi dell’industria libraria. E naturalmente: No Consiglio di valutazione (collegio perfetto che senza l’elezione dei 2 docenti previsti, da parte del Collegio, non potrà funzionare)!!! Nulla, poi vedremo! Il tutto coperto dalla nostra regolare delibera collegiale. Le scuole sapranno usare cum grano salis queste opzioni, in toto o in parte, a seconda della consapevolezza, dei rapporti di forza, dell’orgoglio e dell’unità di categoria che sapremo mettere in atto. Questo preparerà il terreno per un altro forte sciopero unitario imposto dalla base.
Il ‘Concorsone’ di Berlinguer era già legge (pubblicato via CCNL su Gazzetta Ufficiale). Il portfolio ed il tutor di Moratti-Gelmini erano già legge. Ma nelle scuole non sono passati, ed ora chi se li ricorda più?


2. Avete intenzione di contrastare anche l’approvazione dei POF triennali con relativi piani per l’organico dell’autonomia?

Alla resa dei conti quando si parla di organico, si parla anche di posti di lavoro.
Il Nord resterà quasi senza organico aggiuntivo, perché, com’è ben comprensibile, al Sud gli aventi diritto non lasceranno le supplenze già avviate. Disagi? Sì, ma per le scuole. Per il Governo si tratta invece di un bel (cinico e calcolato) risparmio di almeno 300milioni. Viceversa, l’assenza di delibere non impedisce certo le assunzioni: sarà per ben altri motivi che si riveleranno una mera boutade… L’organico funzionale non verrà ‘coperto’ neppure per metà: ‘ballano’ 35.000 posti (almeno), votati solo ad un quantomai ‘futuribile’ concorso!


3. Nei prossimi mesi entreranno nelle scuole 100mila nuovi insegnanti. L’operazione dovrebbe determinare un bel cambio generazionale e/o professionale. Sarà davvero così?
Come detto, i nuovi insegnanti non saranno 100mila, mentre gli aventi diritto con i requisiti previsti dalla sentenza europea sarebbero molti di più, comprendendo ‘tieffini’, ‘passini’ e terza fascia. Ma l’altra truffa è sui tempi: come sai, risparmiano 150milioni per ogni mese di ritardo sulle assunzioni (e ‘l’efficienza’ renziana farà sì che non se ne esca sino a Febbraio). Segnalo che nessun sindacato ammesso alle trattative, su questo ha ‘spubblicato’ il Governo.
Poi c’è il ‘ricatto occupazionale’: la deportazione punitiva e beffarda. L’indicazione obbligatoria delle 100 province italiane. Quindi l’estrema incertezza delle fasi denominate B e C (senza la titolarità prevista nella fase A), che ha complicato moltissimo le scelte di ogni precario, a cominciare dall’opportunità di presentare o meno la domanda di assunzione. Ridicoli i comunicati con i quali il Miur ha promesso ‘l’avvicinamento’ dal prossimo a.s., quando esisterà solo un organico territoriale quasi equivalente a una provincia.
Abbiamo denunciato mancanza di trasparenza durante l’intera durata della prima fase, a cominciare dal mancato ‘incrocio’ dei dati (rinunce, doppi incarichi, etc.). I docenti sono stati all’oscuro di tutto: non è stato possibile conoscere il numero dei posti disponibili nelle varie province e nemmeno come verranno suddivisi i nuovi ambiti territoriali. La cosa più grave è stata l’impossibilità di conoscere le due graduatorie (delle Gae e di merito) estese a tutto il territorio nazionale, sulla base delle quali si sarebbero potute avere preziose indicazioni sull’assegnazione dei posti. In quanto allo ‘svecchiamento’, vista l’annosa cronicità del precariato, passeremo da un’età media di 57 ad una di 55 anni. Infine la vergogna assoluta dell’esclusione dei precari Ata (supplenze comprese) per far posto ai dipendenti delle province ed i tagli d’organico votati con la legge di stabilità.


4. Negli ultimi mesi , tutti i sindacati, compreso il vostro, si sono molto impegnati per contrastare l’approvazione della legge di riforma. Ci si è dimenticati che i lavoratori della scuola sono ancora senza un contratto aggiornato?
Con dei sindacati (Cisl, Uil, Snals) che hanno appena firmato il contratto decentrato sul fondo di istituto dimenticandosi completamente degli scatti del 2013 (passati in ‘cavalleria’), senza neppure il coraggio di imporre alla Giannini di rispettare la formale promessa di ricapitalizzazione dello stesso (di nuovo asfittico come prima), di quale CCNL vogliamo parlare? Come abbiamo visto, con ritardi e truffe sulle assunzioni, Renzi risparmierà almeno 800milioni (fra quelli che sostiene di aver stanziato): mezzo contratto! Bene, costoro non ne chiedono neppure il reinvestimento nella scuola (…così i fondi andranno altrove).
La partita sul contratto è epocale: occorre una nuova partenogenesi della rappresentanza sindacale. Docenti ed Ata devono uscire dalle secche del dl.vo 29/1993 e dal pubblico impiego, dove ci hanno portato Confederali & C. insieme ai loro partiti di riferimento, riconquistando dignità professionale in linea con la Costituzione, con l’istituto della libertà di insegnamento e lo status di lavoratori non subordinati. Riottenendo la possibilità di aumenti oltre l’inflazione (senza i quali non possiamo aspirare a stipendi europei), riappropriandoci del ruolo (in luogo dell’incarico a tempo indeterminato o determinato), riconquistando veri automatismi d’anzianità (anziché la farsa di ‘alcuni’ scatti recuperati a danno del fondo di istituto e quindi delle retribuzioni aggiuntive). La trasformazione del preside in ‘datore di lavoro’ annunciava già nel 1993 la figura del ‘dirigente’, introdotto con la cosiddetta ‘autonomia’ nel 2000, non a caso diventato oggi arbitro assoluto. Tutte cose delle quali non s’interessano neppure i nostri cugini Cobas. La strada del cambiamento della rappresentanza è aperta: segnali positivi sono venuti dal voto per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Quella partita la giocheremo sino in fondo. Il resto è fumo.
Intervista a d’Errico su assunzioni, contratto e legge 107.
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PRENOTATI PER IL CONVEGNO CON ESONERO. LEGGI DAL LINK:
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