“Era il 2001, anno strategico perché la “Autonomia” di Berlinguer era in prima applicazione ed il mondo della scuola era scosso da grandi sommovimenti e scioperi”, scrive Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, nel suo libro “La Scuola distrutta. Trent’anni di svalutazione sistematica dell’educazione pubblica e del Paese” (Mimesis, Milano 2019).
“Sergio Zavoli – si legge nel testo del sindacalista – mise in piedi l’unico servizio serio e complesso della Rai, costruito su varie puntate, sulla Scuola. Bene: venne trasmesso (a partire dal 15.3.2001) alle due di notte. C’era anche una videointervista al sottoscritto: cosa importante se si pensa alla quasi totale (e perenne) censura nei confronti del sindacalismo di base. Contro l’orario scelto dalla Rai, fu sottoscritta ed inviata alla stampa da tanti intellettuali italiani dell’epoca, di vario orientamento culturale e politico, una lettera di protesta, rivolta anche al Governo, il secondo esecutivo guidato da Giuliano Amato: protestarono perché quella “scelta della Rai per un programma di tale significativa importanza, realizzato da uno dei più prestigiosi autori della televisione” veniva considerata “del tutto inopportuna, impropria e squalificante del mandato di servizio pubblico assegnato alla televisione di Stato”.